S. Gervasio è una borgata situata fra Muzzana del Turgnano e Carlino. Una strada di recente asfaltatura unisce i due comuni per. il tramite del paesino. Qui in mezzo alle case del villaggio c’è l’antica chiesa dedicata ai santi martiri Gervasio e Protasio, circondata da una munita centa cimiteriale, or a un po’ trascurata, come del resto la chiesa. In fondo al paese è stata costruita una moderna chiesa, più ampia e funzionante per i bisogni dei fedeli della frazione. S. Gervasio è un paesino che dipende dalla parrocchia di Carlino e fa parte dello stesso Comune.
Secondo l’Introitus Aquileiensis Ecclesiae compilato da Odorico Susanna verso il 1382, la villa di S. Gervasio faceva parte della Podesteria di Marano. Dopo il 1542, mentre Marano era un luogo fortissimo sotto i Veneziani, presidiato con un Provveditore ad un tiro di schioppo da Marano eressero Maranutto dove un loro cavaliere governava le ville di: Campomolle, Carisacco, Gonars, S. Gervasio, Porpetto, Rivarotta, Precenicco, il quale però era commenda dei Cavalieri Teutonici (Paschini, Storia del Friuli).
Da note storiche parrocchiali s’apprende che la chiesetta fu edificata nell’anno 1570, forse su altra preesistente. Ora si presenta al visitatore con una maschia torre campanaria di facciata, aperta in sul davanti con un arco per portale, onde consentire l’entrata nell’aula. Questa torre ha subito manomissioni e rifacimenti attraverso i secoli; era originariamente di stile cinquecentesco come le molte che si vedono tuttora nella bassa friulana. L’ultimo dei restauri, in ordine di tempo fu eseguito nel 1908 che fece cambiare struttura e forme alla stessa torre e alla facciata della chiesa.
L’aula è rettangolare con soffitto centinato, lesene alle pareti e cornicione contornante il vano nella parte alta, dove pure si aprono le finestre a mezzaluna una per parte.
Un arco a tutto sesto apre il presbiterio di forma poligonale; anche questo porta i segni del restauro seicentesco e così pure l’altare di marmo.
Questo restauro, che interessa tutto l’edificio, è stato eseguito nell’anno 1968. Su ll’altare barocco campeggia una pala d’altare, ad olio, su tela, in cui sono raffigurati la B. Vergine col Bambino e i due santi martiri Gervasio e Protasio; dovrebbe trattarsi di opera recente. La dedicazione della chiesa si festeggia il 20 maggio, sebbene non esistano documenti probanti la sua consacrazione. Nelle pareti poligonali del coretto si vede l’acenno dei costoloni, mentre il soffitto è centinato; due finestrelle rettangolari si lati dell’altare illuminano l’interno. Alla sinistra una porticina porta nella piccola sagrestia. L’interno di questa chiesa è in stato precario, c’è bisogno urgente di accudirlo e di ordinarlo: vi sono vetri rotti, disordine ovunque ed abbandono; non sono questi, certamente, elementi dignitosi per un luogo sacro. La costruzione per altro è solida, ben intonacata all’esterno e bene dealbata all’interno, con il tetto in buono stato. È veramente un peccato lasciar andare in rovina questa simpatica chiesetta.
Non si può non ricordare alla buona popolazione di S. Gervasio il lavoro di restauro eseguito nel 1908, sotto la guida e la competenza del cappellano don G. Battista Jaconissi, che è stato il frutto anche del loro amore e dei loro sacrifici verso questa vetusta chiesetta. La torre campanaria è a sezione rettangolare, terminante a padiglione con bifore ad arco tutto sesto davanti e dietro, ai lati invece s’apre a monofora. Ricorda il campanile facciale della chiesa nel cimitero di Malisana. Anche la facciata ha subito abbellimenti sotto la gronda e ai fianchi della torre con l’apertura di due nicchie; la porta della chiesa è invece architravata in pietra, interna alla torre.
Alla parete sud si vede una absidiola semicircolare per il battistero con tettuccio in coppi. La sagrestia, sempre addossata alla medesima parete esterna, è ad uno spiovente pure coperta di coppi. Il coro è più basso dell’aula; un cornicione esterno cinge la costruzione dell’aula sotto la gronda; la copertura è in coppi. Sulla torre campanaria si sono due campane.