Il territorio dove sorge Villa Rigatti, con l’arrivo delle truppe francesi all’inizio del diciannovesimo secolo, è stato interessato da un vasto programma di censimento delle proprietà fondiarie e dei fabbricati presenti. Lo scopo di tale programma era semplice: riscuotere un congruo importo attraverso delle tasse atte a finanziare nuove campagne d’armi delle Truppe Napoleoniche. Tra il 1825 e il 1832 la Villa risulta dalle carte dell’ufficio storico, composta da due ingressi separati: uno orientato a nord, (collegata all’odierna via della Libertà) e uno orientato a sud (attuale ingresso posto in via Giacomo Matteotti). Il Parco, attiguo alla Villa, è stato valorizzato e successivamente inglobato nella stessa grazie al sostegno economico del barone De Peteani. Egli l’arricchì, attraverso un’oculata selezione, con l’inserimento di reperti storici e archeologici di epoca romana provenienti presumibilmente dalle sue proprietà, in quanto amante della Storia e dell’Arte. Solamente nel ventesimo secolo, in concomitanza con il primo conflitto mondiale (1915-1918), i citati reperti archeologici vennero trasferiti presso il Civico Museo Archeologico di Aquileia in quanto il paese di Fiumicello risultava possibile bersaglio delle batterie Austriache. Ai primi del millenovecento è documentata una modifica strutturale alla Villa. Il prolungamento ad ovest venne demolito con la creazione di un sottoportico, che risulta visibile ancora oggi. La proprietà dell’abitazione rimase ai De Peteani fino al 1931, anno in cui l’intera proprietà viene ceduta alla famiglia Della Noce, che la mantenne per soli 4 anni. Nel 1934 la Villa ed il vicino Parco vennero acquisiti dalla famiglia Rigatti, da cui poi manterrà il nome. Il complesso si articolava su un asse di simmetria centrale con andamento all’incirca nord-sud che corrispondeva ai due ingressi del corpo principale. Tale impianto simmetrico è stato modificato molto probabilmente con il primo passaggio di proprietà (1930-34), eliminando l’ala di sinistra (osservando la Villa da via Matteotti) e sostituendola con un portico terrazzato al piano nobile. Risalgono sicuramente a quel periodo la decorazione delle pareti esterne del piano terra a formare un basamento, la pavimentazione del piano terra realizzato in seminato veneziano molto povero e le decorazioni in ferro apposte sulla facciata. Risale probabilmente a quel periodo l’eliminazione dell’abbaino ubicato sulla falda prospiciente via Matteotti e di alcuni particolari architettonici. Villa Rigatti e il Parco vengono attualmente curati dalla famiglia Naclerio che, attraverso un accurato studio, nel 2006 ne fecero rifiorire i dettagli con un cospicuo restauro architettonico e con la valorizzazione di particolari di pregio.