I muri delle vecchie case di Lavariano, con i loro sassi, le loro pietre, i loro mattoni, sono il segno evidente della architettura cosiddetta spontanea di un tempo, quella tipica dei borghi rurali friulani. Sono muri in genere costruiti a sacco, cioè con paramenti esterni posti in opera e lavorati con cura particolare, riempiti all’interno di sassi e malta alla rinfusa. Sulle facciate i corsi orizzontali dei ciottoli sono stati mantenuti a livello con l’inserimento di scaglie ricavate in opera o con frammenti di laterizi. Altre volte sono muri di pietre da cava, sovrapposte e legate da malta, oppure presentano parti di mattoni, a raddrizzare livelli o a coprire crolli. Le case sono semplici, frutto di tecniche costruttive modeste, ma efficaci, tali da rispondere alle esigenze materiali delle famiglie rurali. Sono composte da una serie di elementi organizzati e quasi fissi: si susseguono a festone lungo le strade, racchiudendo una corte interna con i rustici, gli orti e la vicina campagna. Hanno il tetto in coppi, con la linde sporgente in legno, le finestre sono allineate, contornate di pietra o di legno. L’accesso alla corte avviene attraverso l’androne del portale carraio, dall’arco ribassato in mattoni, rarissima la pietra. Le case, con i loro muri e con le loro tipologie, parlano così un loro sermone rustico, un dialetto vernacolo, essenziale, senza inflessioni accademiche, senza libreschi dettami.