Con il nome di “risorgive” vengono indicati quei punti in cui le acque della falda freatica affiorano in superficie attraverso sorgenti chiamate olle, fontanai o lamai e da cui si originano rii, rogge e fiumi.
Nell’alta pianura i terreni sono caratterizzati da materiale grossolano e ghiaioso mentre nella bassa pianura ci sono depositi di sedimenti sottili (sabbie, limi, argille). In generale nella pianura friulana i materiali grossolani sono di origine calcareo dolomitica, mentre i più fini sono di silice, in quanto è il minerale più resistente all’erosione.
Il punto di passaggio tra l’alta e la bassa pianura è segnato dalla “linea delle risorgive”. Anche se generalmente si fa riferimento al termine “linea”, la disposizione delle Risorgive è compresa all’interno di una fascia la cui ampiezza può variare da alcuni chilometri a poche decine di metri. Essa percorre un lungo itinerario che inizia da Cuneo, continua in modo discontinuo verso Torino, sfiora il fiume Po, prosegue verso Brescia, Verona, Vicenza, Treviso (risorgive del Sile), zone del Consiglio, passa per Pordenone, continua fino a Codroipo e termina ad oriente presso le foci dell’Isonzo.
Nonostante in Friuli la linea delle risorgive rappresenti un sistema unitario e continuo, si possono osservare alcune differenze morfologiche tra l’area occidentale ed orientale. In provincia di Udine le risorgive sono caratterizzate da olle (o polle), torbiere alcaline, prati umidi e i prati asciutti, in provincia di Pordenone invece esse sono puntiformi e determinano percorsi d’ acqua ben delimitati.
Nella stessa provincia di Udine possiamo riscontrare delle piccole differenze nel terreno. Nella zona di Latisana, Palazzolo dello Stella, Precenicco i terreni del sottosuolo risultano decisamente argilloso-limosi diventando, procedendo verso oriente, leggermente più grossolani anche per la presenza di alcuni livelli ghiaiosi. Questi orizzonti ghiaiosi sono dovuti, nella zona di Cervignano del Friuli, alla dispersione delle antiche alluvioni dell’Isonzo e del Natisone. Depositi fini con netta prevalenza di materiali limoso-argillosi, sono presenti con continuità in tutta l’area perilagunare lungo la fascia compresa tra Piancada, Palazzolo dello Stella e Muzzana del Turgnano. Ogni ambiente è caratterizzato da una sua tipica vegetazione con specie botaniche specializzate, in funzione dei diversi livelli d’ acqua nel suolo. La grande diversità della vegetazione correlata alla diversità degli ambienti è stata descritta così nel 1925 da Egidio Feruglio:
“…varia da luogo a luogo secondo le condizioni di adacquamento del terreno, dipendenti a loro volta dalla morfologia superficiale, talchè dalla vegetazione dei prati quasi asciutti e dei prati umidi sulla sommità dei terraz zi, si passa talora, su uno spazio brevissimo, a quella decisamente palustre e infine a quella delle piante sommerse o liberamente natanti sulla superficie degli stagni o dei canali a corso lento.”
Fiumi
L’acqua delle risorgive emerge in numerosissimi punti e poi progressivamente confluisce in un reticolo idrico sempre più articolato che va a costituire alcuni fiumi di risorgiva che sfociano nella laguna di Grado e Marano.
L’acqua di risorgiva ha una temperatura costante tutto l’anno, con una media che oscilla tra i 10C ed i 14C (media fissa 13C). Le variazioni stagionali sono minime e si possono registrare con ritardi costanti di 2-4 mesi. Le acque di risorgiva sono più fredde in aprile e più calde in ottobre. Le acque presentano valori di ph (concentrazione di ioni idrogeno) intorno al sette e pertanto si può parlare di acque neutre o basiche. Queste acque inoltre, a differenza di quelle dei fiumi sono povere di sostanze nutrienti cioè non contengono elevate concentrazioni di fosforo e azoto. Il passaggio attraverso i sedimenti di alta e bassa pianura arricchisce poi le acque di calcio e magnesio, due elementi che compongono i calcari e le dolomia, rocce tipiche di Alpi e Prealpi. Molti corsi d’acqua contribuirono a formare la morfologia del nostro paesaggio. Insieme al Tagliamento troviamo anche il Natisone, il Torre e i torrenti Cellina e Meduna, ma anche i fiumi di Risorgiva della pianura come il Varmo, il Turgnano, l’ Aussa, il Corno, il Natissa, il Cormor, il Zellina, il Tiel e il più importante lo Stella.
Fiume Stella
…”Quella sera Antonia lo condusse a Sterpo, in una trattoria sulle rive dello Stella. Il fiume, che nasceva da una risorgiva, proprio davanti alla trattoria faceva una curva, e l’ acqua verde, con i fili ondeggianti delle sue alghe, come chiome di donne appiattite dal vento, lambiva i tavoli di legno. Un’ alta spalliera di pioppi li circondava…”
Sergio Maldini “La casa a Nord-Est”
Fiume Varmo
“Vaga riviera la quale chiamano il Varmo, ed è così cara e allegra a vedersi, come silvestre verginetta che non abbia né scienza, nè cura della propria leggiadrìa” e quindi ce la descrive con minuzia di particolari “libera di divagare per campi e per prati, partendosi ora in più rami, ed ora circuen- do graziosamente se stessa, e così prepara bagni e pelaghetti ai beccacccini ed agli anitrocchi; e poi come stanca di libertà consente essere serra- ta da un burroncello, e n’esce gorgogliando per dilagarsi ancora tra verdi boscatelle di vimini; chè se qua e là un rustico passatoio di cretoni la imbruna d’un poco d’ombra, ella se ne giova tan- tosto scavandovi sotto opachi nidi di ranocchi ed ai gamberi; e se intoppa talvolta nella ruota d’un mulino, sembra anco godere di questa varianza, e volgerla attorno gaiamente, e balzellar via qua e là in goccioline iridate e in pioggia di diamanti”.
Ippolito Nievo
Storia
L’uomo, fin dall’inizio della sua storia e della sua evoluzione, ha sempre cercato di insediarsi lungo i corsi d’acqua perché tale vicinanza significa vita, possibilità di allevare animali, irrigare i campi, usufruire dell’acqua per lavare, far da mangiare, bagnarsi. Questa necessità fa sì che le comunità riconoscano e rispettino il corso di un fiume. Il fiume diventa parte di una comunità, inserito in modo naturale nella vita quotidiana delle persone fino a diventare un luogo fisso dove andare, ritrovarsi, come fosse una piazza.
In Friuli la zona delle risorgive incominciò a crearsi nell’ultimo periodo preistorico del “Pleistocene” circa centomila anni fa e si concluse con l’ultima delle glaciazioni avvenuta nell’“Olocene” dieci-dodicimila anni fa.
Nel periodo Pleistocenico, il continente europeo fu interessato da almeno 5 glaciazioni. Dopo l’ultima glaiciazione, i ghiacciai cominciarono a ritirarsi in modo definitivo. Con lo scioglimento dei ghiacciai l’acqua iniziò a trasportare verso valle enormi quantità di materiale di disfacimento delle catene montuose e con le sue azioni di erosione, trasporto e scorrimento iniziò a modellare il paesaggio.
Agli inizi del ventesimo secolo esistevano in Friuli ancora notevolissime estensioni di questi habitat e l’intera fascia delle risorgive appariva in uno stato quasi completamente naturale.
Le stesse grandi bonifiche idrauliche degli anni ’30 avevano risparmiato una buona parte dell’area; è infatti nell’ultimo dopoguerra, con la meccanizzazione delle operazioni di movimento terra, che si assiste alla definitiva trasformazione del patrimonio naturale. Le rogge naturali vengono rettificate, allargate ed approfondite; i canali di drenaggio raggiungono ogni zona di affioramento, anche le olle più profonde sono ritombate con ogni sorta di materiale, con un lavoro spesso lento ma inesorabile. Dapprima solo i terreni migliori sono messi a coltura ma, in seguito, con il progressivo abbandono della zootecnia familiare, anche l’interesse a mantenere prati da sfalcio e da strame viene meno e i dissodamenti si spingono a interessare anche i terreni più marginali. Un’ulteriore trasformazione del reticolo idrico e quindi della disponibilità e qualità delle acque è stato effettuato con la diffusione delle vaste peschiere per l’itticoltura.
Tuttavia alcuni lembi dell’antico paesaggio delle risorgive (torbiere, prati umidi e boschi) sono riusciti a sopravvivere fino ad oggi, con un’estensione complessiva che non supera i 200 ettari, distribuiti sul territorio di pochi comuni (Codroipo, Bertiolo, Talmassons, Rivignano, Castions di Strada, Gonars, Porpetto) e spesso del tutto isolati tra loro.
Luoghi d’interesse
Paludi
Palude Moretto (Castions di Strada)
Palude di Mortegliano (Talmassons)
Le paludi del Corno (Porpetto) Palude fraghis (Porpetto)
Biotopo
È un’area di limitate dimensioni (es. un lago, una torbiera, una palude) dove esistono condizioni biologiche uniformi (es. clima, suolo, altitudine, etc.), caratterizzata da una grande concentrazione di habitat ancora integri e di grande interesse naturalistico che corrono il rischio di distruzione e scomparsa. Tra i biotopi del Friuli Venezia Giulia ricordiamo:
Magredi di San Quirino ha 20 – Torbiera di Pramollo ha 4,4 – Palude di Cima Corso ha 7,5 – Torbiera Scichizza ha 9,9 – Torbiera Curedi ha 13,0 – Torbiera di Lazzacco ha 15,8 – Torbiera di Casasola ha 42,0- Palude di Fontana abisso ha 9,7 – Prati di Col San Floreano ha 35,0 Torbiera di Sequals ha 9,6 – Risorgive di Zarnicco ha 47,0- Palude Fraghis ha 22,7 – Paludi del Corno ha 50,8 Risorgive di Flambro ha 71,0 – Risorgive di Virco ha 80,0 – Palude del fiume Cavana ha 40,0 – Prati umidi dei Quadris ha 21,5 – Torbiera Groi ha 10,4 – Torbiera di Borgo Pegoraro ha 28,4 – Prati della piana di Bertrando ha 57,0 – Laghetti delle Noghere ha 12,5 – Risorgive di Schiavetti ha 63,9 – Torbiera Selvote ha 59,8 Torbiera Cichinot ha 12,5 – Prati del Lavia ha 56,4 – Acqua caduta ha 15,8 – Biotopo Roggia Ribosa ha Biotopo Selvuccis e Prat dal Top ha –
Flora
La flora si divide in tre macro categorie fra cui:
Piante endemiche
Una pianta è endemica quando è spontanea soltanto in una ristretta area geografica. Nelle risorgive friulane sono presenti ben 5 specie endemiche che rendono l’area di elevato valore naturalistico a livello europeo.
Armeria helodes Martini et Poldini (Spillone palustre)
Erucastrum palustre (Pir.) Vis. (Erucastro delle risorgive o cavolo di palude)
Euphrasia marchesettii Wettst. (Eufrasia di Marchesetti)
Centaurea forojuliensis Poldini (Centaurea friulana)
Senecio fontanicola Grulich et Hodalova (Senecione delle sorgenti)
Le specie microterme (o relitti glaciali)
Con questo nome vengono indicate le piante che si sono adattate a vivere a temperature relativamente basse, che alle nostre latitudini sono tipiche delle aree montane. In pianura sono scese durante l’epoca delle glaciazioni. Visto che la loro presenza in pianura era legata alle glaciazioni sono anche chiamate “relitti glaciali”.
Gentiana verna (Genziana primaticcia, Genziana primaverile)
Parnassia palustris (Parnassia, Parnassia palustre)
Le piante carnivore
Sono piante che integrano il proprio nutrimento, ottenuto tramite la fotosintesi, catturando e digerendo gli insetti.
Pinguicola alpina (Pinguicola delle Alpi)
Drosera rotundifolia (Rosolida a foglie rotonde)
Fauna
Molluschi e insetti
Effimere
Libellule
Cimici d’acqua
Tricotteri
Ditteri
Coleotteri
Planorbis planorbis (Planorbe)
Sadleriana Fluminensis
Unio tumidus
Viviparus ater e contenctus (Paludine)
Lymnaea peregra e palustris (Limnea)
Anfibi
Bombina variegata (Ululone dal ventre giallo)
Rana latastei (Rana di Lataste)
Triturus carnifex (tritone crestato)
Sauri e rettili
Anguis fragilis (Orbettino)
Elaphe longissima (Saettone)
Natrix natrix (Biscia d’acqua)
Emis orbicularis (Testuggine)
Pesci
Salmo trutta trutta (Trota)
Cottus gobio (Scazzone)
Phoxinus phoxinus (Sanguinerole)
Thymallus thymallus (Temolo)
Orsinigobius punctatissimus (Panzarolo)
Barbus barbus plebejus (Barbo)
Esox lucius (Luccio)
Tinca tinca (Tinca)
Leuciscus cephalus (Cavedano)
Scardinius erythrophthalmus (Scardola)
Cyprinus carpio (Carpa)
Uccelli:
Tachybaptus ruficollis (Tuffetto)
Anas platyrhinchos (Germano reale)
Gallinula chloropus (Gallinella d’acqua)
Rallus acquaticus (Porciglione)
Vanellus vanellus (Pavoncella)
Circus aeruginosus (falco di palude)
Circus pygargus (Albanella minore)
Alcedo atthis (Martin pescatore)
Motacilla cinerea (ballerina gialla)
Acrocephalus scirpaceus (Cannaiola verdognola)
Acrocephalus arundinaceus (Cannareccione)
Sylvia communis (Sterpazzola)
Panurus biarmicus (Basettino)
Mammiferi
Lutra lutra (Lontra)
Vulpes vulpes (Volpe)