La Storia
Ronchis
Fino ad oggi, a Ronchis, non sono state rinvenute tracce di insediamenti preistorici. D’epoca romana, invece, sono stati rintracciati ben quattro siti archeologici: Comugne a Fraforeano, Infan Ultin, Bandito e Bosc dal Sisti a Ronchis. I ritrovamenti in queste zone ci avvalorano l’ipotesi che il territorio sia stato abitato da coloni romani affiancati da residenti autoctoni. Ronchis è stato attestato per la prima volta nel 1226 in un documento d’investitura da parte del patriarca di Aquileia. La variante Roncha, invece, è stata citata in un patto doganale stipulato nel 1261 tra il conte di Gorizia (Berenzio Capitano di Belgrado) e il signore di Venzone Glizoio di Mels. Nel 1296 si ebbe la prima notizia della fondazione, da parte dei Cavalieri di S. Giovanni, dell’ospizio di S. Bartolomeo di Volta (anche se esisteva già in precedenza). La struttura dava asilo ai pellegrini che da Latisana partivano verso l’Istria, la Dalmazia e la Terrasanta. Nel 1451 Ronchis passò sotto la giurisdizione del Patriarcato di Venezia e nel 1751 sotto quella dell’Arcivescovado di Udine. Questa località, dopo essere stata dei Vendramin, fu spezzata tra nobili famiglie veneziane e questa situazione rimase inalterata fino all’arrivo di Napoleone. Nel 1797, dopo il Trattato di Campoformido, Ronchis passò all’Austria e vi rimase fino al 1866 quando passò al Regno d’Italia.