Costruita per volere dei conti Treo di Udine, la villa deve l’attuale nome a Giovanni Battista Sabbatini che, con i fratelli, l’acquistò nel 1732. Nel 1864, la contessa Cecilia Gradenigo, vedova di Stefano Sabbatini, dispose nel proprio testamento che l’edificio divenisse sede di un benefico istituto destinato all’istruzione dei figli di agricoltori poveri. Nel 1881 prese così vita presso la villa, e presso i relativi annessi, la scuola pratica di agricoltura che, nel corso degli anni , ha assunto un ruolo importante nella formazione professionale e nella sperimentazione agraria. Attualmente il complesso fa capo all’Ente Regionale per la Promozione e lo sviluppo dell’agricoltura. Preceduta da un ampio cortile racchiuso entro due lunghe ali che ne costituivano le adiacenze rustiche e che le esigenze funzionali della scuola hanno portato ora ad un rimaneggiamento piuttosto radicale, la villa rivela una volumetria imponente. Il corpo di fabbrica principale si sviluppa su tre piani a pianta rettangolare; la struttura distributiva, originariamente impostata su uno schema di tradizione veneta con il salone centrale passante sul quale si affacciano lateralmente i vani, ha anch’essa subito diverse modifiche. La facciata sulla corte presenta una composizione simmetrica delle aperture a partire da un asse centrale caratterizzato dal portale d’ingresso decorato con conci di pietra squadrati e con una porta-finestra, poggiolo e lunetta superiore a livello del piano mobile, e da un affresco raffigurante lo stemma della famiglia Sabbatini. Sul lato destro della villa, inglobata a una delle adiacenze, è possibile scorgere la cappella edificata nel 1707 dagli antichi proprietari del palazzo.