La chiesetta dei Ss. Ermagora e Fortunato è databile al secolo XV, con aggiunte strutturali e presenta l’orientamento Est/Ovest, con la facciata tripartita dal caratteristico campaniletto a vela, con bifora terminale, mentre la navata esternamente è arricchita da un coronamento aggettante dentellato. All’interno c’è ancora la presenza delle capriate. Ha una finestra ad occhio in facciata e due allungate, polilobate nella parete meridionale. Disgraziatamente, nel 1928 venne demolito il presbiterio, per far posto alla nuova grande chiesa iniziata tre anni prima, che sarà aperta al culto nel 1930 e consacrata nel 1946. Del presbiterio si è conservato soltanto l’affresco raffigurante i Santi Gottardo, Floreano e Barbara del 1577 attribuito al pittore Cristoforo Diana (1553-1636 ca.), pittore formatosi alla bottega di Pomponio Amalteo. Il nuovo edificio presenta una facciata impostata su due ordini, quello inferiore porticato, con timpanatura. Ha un interno vasto e luminoso, con cappelle laterali, realizzato su stilemi neoclassici provinciali; presenta il soffitto piano nella navata e centinato quello del coro. Si percepisce che l’impresa architettonica è stata realizzata con molte difficoltà economiche, anche per certe omissioni stilistiche rispetto all’ambizioso progetto originario. (a cura di Franco Gover). Nei secoli che precedettero la rinascita della fine del primo millennio, le popolazioni autoctone della pianura friulana persero il riferimento con la tradizione aquileiese. Le popolazioni slave invece l’avevano conservata e pertanto i titolari della chiesa di questo paese dal nome richiamante paesaggi arborei sono i fondatori leggendari del cristianesimo in Aquileia, il vescovo Ermacora e il diacono Fortunato. Servita nel tempo da un cappellano dipendente dalla Pieve di Muscletto, la parrocchia è diventata autonoma nel 1941. (a cura di Roberto Tirelli). Note tratte dal volume “Varmo/Vil di Var” realizzato dall’associazione culturale “La Bassa”. (Nella foto: “Ss. Ermacora e Fortunato” olio su tela del XVIII sec. restaurato nel 2007).