“La prima pietra della Chiesa Madre di San Michele fu posata nel 1780, quando si decise di procedere alla demolizione della chiesa vecchia e alla costruzione di un nuovo tempio.
Affidato il progetto a Lorenzo Martinuzzi, le fondamenta dell’edificio furono poste nella piazza adiacente alla chiesa antica, originariamente legata al complesso dell’abbazia e poi rifatta in modo radicale nel 1613, allorché il parroco Albanio Fannio volle ingrandirla e «ridurla in forma moderna».
Di essa si conserva un architrave collocato sopra la porta d’ingresso, mentre l’unico resto visibile del complesso medievale, se si eccettua il mosaico di piazza Marconi, è la torre campanaria, risalente, secondo Ugo Ojetti, all’XI secolo: «…solo pregio d’arte e di storia il campanile del XI secolo».
Il rifacimento invertì l’orientamento della pianta: che restò rettangolare e a un’unica navata ma con la facciata rivolta verso via Mercato, segno che il centro urbano si andava spostando verso piazza Unità.
La costruzione procedette a rilento, fra difficoltà, incuria, interruzioni; e il progetto fu cambiato più volte: i tre portali rimasero irrealizzati e nel 1787, per ricavarne pietra da costruzione, fu demolita la chiesetta di San Martino ai Viui.
La chiesa venne aperta al culto nel 1788; ma nel 1820, giudicata pericolante, era già inagibile. Si procedette allora a un costoso restauro, e fu riaperta nel 1828.
La consacrazione avvenne nel 1833: nel 1847 il pittore veneziano Sebastiano Santi decorò il soffitto del presbiterio (Assunzione di Maria, quattro Evangelisti, il Redentore, San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo) e nel 1857 Stefano Argenti, milanese, costruì il nuovo altare maggiore.
Chiusa nuovamente nel 1966, fu restaurata e restituita alla città il 29 settembre 1994. Gli scavi nella «cripta» hanno riportato alla luce resti di epoca romana”.
Testo tratto da “La guida storico-artistica di Cervignano del Friuli” situata nel sito del Comune di Cervignano del Friuli.